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La rivista del Centro

Annali di Architettura 25/2013

Stefano Pierguidi
L’architettura nel sistema vasariano delle tre arti del disegno: il rapporto con Michelangelo e Bandinelli
pp. 91‐100.

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La posizione tutta speciale dell’architettura all’interno del sistema rinascimentale delle tre arti del disegno, così come si venne formalizzando da Leon Battista Alberti a Giorgio Vasari, è stata già indagata, ma è possibile precisare meglio le tappe attraverso le quali quel sistema fu messo a punto, e quale ruolo giocarono in tale processo Michelangelo e Baccio Bandinelli. Vasari maturò molte delle proprie posizioni critiche a contatto con il Buonarroti: questi sottolineò sempre la differenza tra il suo approccio all’architettura e quello dei maggiori eredi ‘romani’ di Bramante, Antonio da Sangallo il Giovane e Raffaello. Vasari avrebbe abbracciato in pieno la posizione michelangiolesca, conoscendone e condividendone le ragioni di fondo. Il nocciolo della questione non era tanto il ‘disegno’ in sé e per sé, quanto piuttosto la concezione antropometrica dell’architettura che aveva maturato il Buonarroti a partire dal suo lavoro in qualità di scultore. Fu l’influenza esercitata da Bandinelli a imporre la concezione del disegno come padre di tutte e tre le arti ‘albertiane’. Lo scultore, non riuscendo a conseguire quell’universalità che era solo di Michelangelo, puntò sull’eccezionalità del suo disegno che avrebbe dovuto fare di lui, se non un pittore a pieno titolo, per la sua incapacità di padroneggiare il colore, almeno un architetto capace. Ma Bandinelli, come Vasari non avrebbe mancato di ribadire nella sua biografia del 1568, rimase completamente estraneo alle problematiche dell’architettura, fallendo nel campo da cui aveva preso le mosse il Michelangelo architetto, ovvero la collocazione delle figure scolpite nello spazio reale o nelle loro cornice. A partire dal 1545 Bandinelli non fece altro che estremizzare le sue posizioni, poiché con Michelangelo ormai stabilmente a Roma, il grande rivale della scultore era divenuto Benvenuto Cellini, che non disegnava affatto.

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