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Palladio and His Legacy: A Transatlantic Journey
New York, The Morgan Library & Museum. 2 aprile - 1 agosto 2010

 

Alla Morgan Library & Museum il 2 aprile ha aperto al pubblico "Palladio ad His Legacy: A Transatlantic Journey", la prima tappa americana di una mostra promossa dal Royal Institute of British Architects di Londra (RIBA) in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza (CISAAP). La baronessa Tessa Blackstone, presidente del RIBA e Amalia Sartori, Presidente del CISA hanno tagliato il nastro della nuova iniziativa congiunta delle due istituzioni culturali già co-protagoniste della grande mostra palladiana del 2008-2009 che a Vicenza, Londra, Barcellona e Madrid è stata ammirata da oltre mezzo milione di europei. La mostra resterà aperta sino al primo agosto.

Archiviata l'Europa, e con un successo a livello decisamente inatteso, Palladio ora si presenta in America, il Paese dove la sua eredità è forse più evidente, dall'architettura delle ville nelle piantagioni di cotone di "Via col vento" sino agli edifici del potere civile, a cominciare dalla stessa Casa Bianca.

Per l'edizione americana, la mostra è stata totalmente rinnovata. La tappa d'esordio alla Morgan Library & Museum, sarà particolarmente "italiana": italiano il protagonista, Palladio ovviamente. Italiano l'editore del catalogo, la veneziana Marsilio, che ha conquistato gli anglosassoni producendo il magnifico catalogo della edizione londinese della precedente mostra palladiana, risultato il più venduto fra i cataloghi di architettura nella storia della Royal Academy. Italiana, firmata da Renzo Piano, la ristrutturazione che nel 2006 ha dotato la Morgan degli spazi espositivi dove sarà ospitata la mostra. In parte italiano, infine, anche il sostegno all'iniziativa, che vede la Regione Veneto, la Dainese e l'Istituto Italiano di Cultura di New York insieme a prestigiose fondazioni e donatori americani come Richard H. Driehaus Charitable Lead Trust, British Architectural Library Trust, Gladys Krieble Delmas Foundation, Samuel H. Kress Foundation, Center for Palladian Studies in America, Richard Wernham and Julia West, Andrew D Stone, William T. Kemper Foundation, Anne Kriken e Sir John Soane's Museum Foundation.

Come esplicitato nel titolo Palladio and His Legacy: A Transatlantic Journey (Palladio e la sua eredità: un viaggio attraverso l'Atlantico) il tema della mostra palladiana negli USA - a detta della co-curatrice Irena Murray, direttrice del RIBA di Londra - è "raccontare" Palladio architetto e insieme dimostrare come il "codice genetico" dell'architettura americana risalga al grande architetto italiano. Per questo, accanto a 31 nuovi splendidi disegni di Palladio, non presenti (per evidenti ragioni conservative) nelle edizioni europee della mostra, saranno esposti modelli architettonici realizzati per l'occasione e libri originali provenienti dalla British Architectural Library. Essi illustreranno il Palladianesimo britannico e, soprattutto americano, con particolare evidenza all'opera di Thomas Jefferson, il terzo presidente degli USA, che sulla sua copia dei Quattro Libri scrisse "Palladio is the Bible", Palladio è la Bibbia.

Il Royal Institute of British Architects custodisce a Londra il grandioso "corpus" dei disegni di Palladio, che da quattrocento anni sono in Gran Bretagna, ceduti nel 1614 da Vincenzo Scamozzi all'architetto e viaggiatore inglese Inigo Jones. In occasione della mostra, le ricerche sui disegni hanno fatto emergere nuove scoperte che stanno già facendo discutere il mondo degli specialisti. Il direttore del CISA, Guido Beltramini, che ha curato per il RIBA la sezione sui disegni di Palladio, ha identificato tra i fogli selezionati per essere esposti a New York i disegni di Palladio per villa Repeta a Campiglia, per villa Pisani a Bagnolo e per villa Contarini a Piazzola sul Brenta. In particolare a Campiglia i ritrovati disegni palladiani dimostrano che l'attuale villa seicentesca ingloba le strutture della precedente villa palladiana che si credeva distrutta da un incendio. Allo stesso modo il disegno autografo palladiano per villa Contarini consente finalmente di leggere la parte originale della villa, poi ampliata e radicalmente completamente trasformata nel Seicento.

Mentre la mostra palladiana "europea" dello scorso anno raccontava la vita di Palladio, l'edizione americana è in sintonia per la predilezione anglosassone per il disegno, per i primi momenti della creazione dell'arte, per l'istante magico in cui l'idea esce dalla mente dell'artista per fissarsi su un foglio di carta. I 31 disegni di Palladio sono infatti stati selezionati per consentire di vederlo "al lavoro" come se fossimo con lui a bottega. Il percorso espositivo comincia dai fogli di studio dei monumenti Romani antichi, che Palladio indaga con precisione maniacale, cercando di "rubarne" le leggi delle segrete armonie. Prosegue con i disegni di progetto, con i primi schizzi a mano libera, i seguenti disegni di studio, sino alle strategie di seduzione dei clienti con disegni decorati da amici artisti. Continua con una terza sezione di fogli dedicati al Palladio "comunicatore", con preziosi fogli di impaginazione dei Quattro Libri dell'Architettura, il trattato con cui Palladio diventerà famoso nel mondo. In omaggio al mondo anglosassone saranno esposti anche, per la prima volta, i disegni di due altre imprese editoriali palladiane, che dovevano completare i Quattro Libri, vale a dire un quinto libro sulle "Terme antiche" e un sesto libro sugli "archi trionfali".

Questi ultimi sono il punto di passaggio ideale nelle due successive sezioni della mostra dedicate al palladianesimo inglese e americano. Sarà infatti Lord Burlington a ritrovare in Italia i disegni di Palladio per le Terme antiche, a portarli in inghilterra e a pubblicarli "in facsimile" nel 1730 in uno splendido volume presente in mostra. E chiunque abbia transitato nelle stazioni ferroviarie americane potrà rendersi conto di come i disegni palladiani pubblicati di Burlington abbiano influenzato gli immensi spazi di Gran Central o di Penn Station a New York. La mostra presenta le realizzazioni del palladianesimo americano soprattutto attraverso modelli architettonici realizzati per l'occasione, di maggior comprensione per il largo pubblico. Fra di essi sono esposti per la prima volta la ricostruzione del primo progetto della villa di Monticello di Thomas Jefferson e il progetto che egli presentò, in forma anonima, nel 1792 al concorso per la residenza presidenziale a Washington, la futura Casa Bianca, proponendo di realizzare una copia esatta di villa Rotonda a Vicenza.

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