Il teatro di Sabbioneta è il primo esempio di “moderno” edificio teatrale, non vincolato da un involucro preesistente, e con autonoma maestosa facciata architettonica libera su tre lati. Sulla base dell’esperienza dell’Olimpico, Vincenzo edifica uno spazio organico e funzionale. La scenografia era di legno, come nell’Olimpico, ma a fuoco unico e si proponeva come sintesi di elementi nobili, comici e satirici, dando vita a un palcoscenico polifunzionale. La parte centrale della cavea e il peristilio corinzio derivano dall’Olimpico di Vicenza. La balaustra affrescata di sapore veronesiano, da cui si affacciano immagini dipinte di spettatori e curiosi, richiama l’idea del cortile cinquecentesco adibito a luogo teatrale. Mancano sia la scenafronte palladiana sia l’arcoscenico, e il soffitto evocante la volta celeste, con una efficace illuminazione, dava vita a un luogo di spettacolo totale. La distribuzione degli spazi e degli accessi è innovativa, così come la distribuzione del pubblico. A differenza dei teatri precedenti, a Sabbioneta il posto d’onore è al centro della loggia: lo sguardo di Vespasiano Gonzaga coincide con il punto di fuga della scenografia prospettica e domina l’intero spazio teatrale.