Esterni.
Visibile dalla strada.
Uno degli edifici più belli della Vicenza di fine ‘500, il palazzo è all’incrocio fra il Corso e la strada che sale alla chiesa di Santa Corona. Nessun documento identifica l’autore, ma la stessa qualità dell’opera spinge gli specialisti ad attribuirlo a Vincenzo Scamozzi. Tipicamente scamozziane sono, in effetti, l’asciutta geometria delle superfici, lontana dalla tensione dei volumi e degli effetti pittorici del Palladio maturo, e la planimetria, imperniata su due assi ortogonali con la conseguente praticabilità di due ingressi, in facciata e sul fianco, come palazzo Trissino al Corso.