Interrotto il cantiere per la morte di Palladio (1580), il teatro Olimpico è completato da Vincenzo Scamozzi, che ne razionalizza i percorsi di accesso e soprattutto progetta una straordinaria scenografia a fuochi multipli per la rappresentazione inaugurale del 3 marzo 1585. Palladio aveva previsto prospettive plastiche solo nell’arco centrale, e pannelli dipinti negli archi laterali. Scamozzi invece realizza le “sette vie di Tebe” destinate a far da sfondo alle vicende dell’Edipo e metafora della stessa Vicenza rinascimentale incompuita. Oltre alla scenografia, Scamozzi progetta anche l’illuminazione, ottenuta con lumi ad olio: come scrisse uno spettatore della rappresentazione inaugurale del 1585, le prospettive di Scamozzi “non illuminate non sono niente, illuminate paiono ogni cosa”. Vent’anni dopo progetterà anche l’Odeo.