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La rivista del Centro

Annali di Architettura 24/2012

Antonio Foscari
Della casa costruita da Andrea Palladio in Malcontenta: la fabbrica
pp. 43‐54.

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La casa costruita da Andrea Palladio “sulla riva della Brenta”, nella congiuntura in cui vedono la luce a Venezia i Commentari vitruviani di Daniele Barbaro (1556), è una sorta di proposizione teorica.
Con essa Palladio presenta alla classe dirigente veneziana – sempre diffidente verso ogni novitas che possa introdurre elementi di crisi nella continuità delle sue tradizioni – non solo la specificità del suo linguaggio architettonico, ma anche la sua competenza di costruttore.
Questo spiega la estrema coerenza edilizia della fabbrica, cioè della architettura intesa come un manufatto edilizio. Specifici sono, oltre che le soluzioni delle fondazioni (soprattutto del portico), il procedimento con cui si pone in essere quella “diminuzione dei muri” che egli teorizza nel suo trattato, le diverse “maniere dei volti” che egli mette in opera contemporaneamente e le soluzioni concepite per l’alleggerimento di questi volti.
In questa sorta di dimostrazione di un’ars aedificatoria alternativa alla prassi lagunare, Palladio non manca peraltro di adottare soluzioni che non replicherà in alcuna altra sua opera.

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