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La rivista del Centro

Annali di Architettura 25/2013

Paola Placentino
Il manoscritto di Lille: alcune considerazioni sulle piante centrali
pp. 81‐90.

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Il cosiddetto “taccuino di Michelangelo”, attualmente conservato presso il Cabinet des Dessins nel Palais des Beaux-Arts di Lille (France), proviene dalla collezione del pittore Jean-Baptiste Wicar (1762-1834) che lo acquistò in Italia intorno al 1799. La notevole presenza di soggetti michelangioleschi fece sì che Wicar attribuisse il taccuino alla mano di Michelangelo, ma anche successivamente, dopo l’attribuzione a Raffaello Sinibaldi da Montelupo e Aristotile da Sangallo (1983), si è spesso privilegiata una lettura strumentale dei fogli, finalizzata alla precisazione dell’opera progettuale michelangiolesca. La ricostruzione della struttura del taccuino e della foliazione, unite all’osservazione dell’impaginazione delle architetture disegnate, suggeriscono che il taccuino è composto come un personale quaderno di studio nel quale confluiscono le copie del materiale grafico che gli autori hanno possibilità di consultare grazie alle frequentazioni professionali. In particolare il tema compositivo della pianta centrale, presente in diversi fogli del manoscritto, costituisce un’ottima sonda per comprendere il metodo di lavoro del suo principale estensore, lo scultore Raffaello da Montelupo, e per delineare il contesto nel quale è avvenuta l’elaborazione dei disegni. Montelupo copia sia modelli tratti dall’antico che progetti moderni e si giova dell’appartenenza alla cerchia sangallesca per attingere liberamente al patrimonio grafico presente nello studio Sangallo.

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