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Palladio Museum
Vicenza, palazzo Barbarano

 
il museo

un museo-laboratorio: è un nuovo tipo di museo in cui accanto alle opere d'arte sono in mostra gli studiosi che le raccontano.

un museo in movimento: costruito l'hardware (sistemi di illuminazione dinamica degli spazi e di video proiezione, vetrine, ecc.), ogni anno cambierà il software, cioè i contenuti, seguendo il procedere degli studi e delle ricerche.

un edificio meraviglioso: uno dei più bei palazzi di Palladio, l'unico che riuscì a concludere sia come architettura che come apparati decorativi (mandando in rovina il committente, Montano Barbarano).

una sfida intellettuale: portare i saperi specialistici fuori dalla torre d'avorio e comunicarli al largo pubblico, nel museo e nel web.

una missione per nulla impossibile: raccontare l'architettura ai non architetti, narrando non una storia di edifici ma di uomini che li hanno concepiti, realizzati e comunicati. Mettendo in mostra gli strumenti del veicolo di questo pensiero, i disegni di architettura, insieme a modelli, fotografie, video.

l'inizio di un viaggio: alla scoperta degli edifici palladiani di Vicenza (collegati al Palladio Museum con il biglietto unico "Vicenza città bellissima") e delle sue ville nella campagna veneta.

un crocevia: un luogo dove istituzioni e studiosi da diverse parti del mondo lavorano insieme e presentano progetti comuni.

Cosa

Si chiama Palladio Museum, due parole che non hanno bisogno di traduzione su internet, ma che fondano la propria identità nel mondo antico greco e latino, tanto che nel disegno del logo è rimasta la memoria del dittongo della scrittura "musaeum".

Con il Palladio Museum gli studiosi raccolti nel Centro palladiano raccontano ad un largo pubblico le proprie ricerche nel mentre si stanno svolgendo; in particolare - ma non esclusivamente - quelle su Andrea Palladio. Gruppi di studiosi lavorano su progetti di ricerca che diventano i temi delle stanze del museo, ognuna delle quali ha tendenzialmente la durata di un anno sulla base di un programma triennale.

Non è il mausoleo di un eroe morto, è piuttosto un luogo dove far crescere una cultura dell'architettura, lontano dalle ciniche logiche della professione, che consumano saperi senza produrne di nuovi. Il Palladio Museum lavora su Palladio, ma senza "attualizzarlo", e men che meno proporlo come modello formale per l'oggi. Indaga il passato con gli strumenti della filologia e attenzione ai contesti, indispensabili per cercare di comprendere un mondo sfumato e lontano, e al tempo stesso vicinissimo e molto concreto, ogni volta che camminiamo fra palazzi, ville o chiese costruite secoli fa. La missione del Palladio Museum è leggere alla radice temi e concetti significativi anche nel nostro presente, rappresentandoli e discutendoli con l'orizzonte di creare una piattaforma culturale per l'architettura di domani.

Finora i progetti di ricerca hanno riguardato la comunicazione, la tecnologia, il rapporto con l'economia e con il paesaggio, il disegno di organismi complessi. Essi sono temi chiave per Palladio, e sono alla base della concezione dei Quattro Libri così come dei progetti urbani, delle ville in campagna e delle chiese veneziane; al tempo stesso sono temi di una agenda contemporanea.

Come

Il progetto curatoriale e il progetto di allestimento
La concezione del Palladio Museum come laboratorio di ricerca aperto al pubblico è stata messa a punto sperimentando nuove modalità curatoriali dall'architetto Alessandro Scandurra, responsabile anche del disegno di grafica e allestimento, da Howard Burns e Guido Beltramini, rispettivamente presidente del Consiglio scientifico e direttore del Centro palladiano. L'obiettivo del progetto curatoriale è stato lavorare sulle modalità di comunicazione delle profondità della ricerca ad un pubblico vasto.
L'allestimento curato da Alessandro Scandurra con Scandurrastudio ha organizzato e strutturato i contenuti mettendoli in scena attraverso la mutevolezza (la scienza-arte della storia non è statica), l'adattabilità di un backstage, la volontà di classificazione e archiviazione dinamica delle esperienze, l'uso dei social media, l'annotazione di tutti i materiali del museo, dai disegni ai modelli allo stesso edificio.

Il palazzo
Il Palladio Museum ha sede in un'opera originale di Palladio, palazzo Barbarano, l'unico che egli riuscì a vedere concluso e di cui poté controllare l'esecuzione e gli apparati decorativi. Il palazzo stesso è la prima opera esposta nel Palladio Museum, visitabile in tutte le sue parti significative, con una "messa in scena" anche emotivamente coinvolgente. È possibile per la prima volta, ad esempio, uscire dal portone posteriore e guardare il possente muro medievale della residenza dei Barbarano modificata da Palladio e, più in generale, guardare al palazzo con occhi nuovi grazie a una serie di annotazioni disposte nei punti chiave dell'edificio.

Il racconto / i racconti
Il percorso espositivo per il primo anno di vita del Palladio Museum si snoda lungo cinque sale. Ha inizio con la Sala del libro, dove si racconta una storia parallela, quella della enorme fortuna editoriale dei Quattro Libri e del feticcio dell'architettura palladiana, la Rotonda, replicata su tre continenti. Segue la Sala della pietra, dedicata alle tecnologie che Palladio mette a punto per costruire con la pietra, ma anche senza. A Vicenza è dedicata la Sala della seta, perché fu la produzione e il commercio internazionale della seta a costruire la mentalità cosmopolita necessaria ai vicentini per comprendere una architettura rivoluzionaria come quella palladiana, e le risorse per poterla costruire: al centro della sala una teca ospita bachi da seta vivi, nutriti dalla foglie di un gelso appositamente piantato nel cortile. Il Salone del grano e della gloria è dedicato alle grandi ville e all'epopea della bonifica che trasformò il Veneto del Cinquecento, ma anche ai sogni di gloria dei committenti palladiani, che si riflettono nelle decorazioni dedicate alle imprese di Scipione e di Annibale. Chiude la sequenza la Sala di Venezia dedicata alla chiesa del Redentore, l'edificio perfetto in cui ogni elemento è in rapporto aureo con gli altri e con il tutto. Il racconto delle sale è affidato ai disegni originali palladiani, ai modelli, ai video.

I disegni originali di Palladio in mostra
Nel Palladio Museum sono esposti in forma permanente – anche se a rotazione per ragioni conservative – i fogli originali dove Palladio tracciò i propri progetti: fogli conservati a Londra da quasi quattrocento anni, che ritornano progressivamente in Italia per essere studiati ed esposti grazie a un accordo con il Royal Institute of British Architects, e a Vicenza, nelle collezioni dei Musei Civici. Ognuno dei cinque disegni selezionati di volta in volta aiuta a penetrare i temi delle cinque sale.

Andrea Palladio, Progetto per portali e finestre. Londra, RIBA Library Drawings and Archives Collections.

Sguardi e video d'autore
Per avvicinare il largo pubblico alle specificità dell'architettura, il Museo si avvale dell'uso di modelli fisici e digitali, di fotografie, di video e immagini proiettati sulle pareti delle sale. Filippo Romano ha appositamente realizzato un reportage sugli edifici di Palladio nel Veneto di oggi, con uno sguardo contemporaneo e antiretorico che non nasconde la vita degli uomini intorno agli edifici. Happycentro ha realizzato il video "A Tale of a City" dove si racconta con ironia la "palladianizzazione" della Vicenza del Cinquecento. Scandurrastudio ha realizzato il video "Slot Villa" una slot-machine per appassionati di palladianesimo.

Villa Cornaro a Piombino Dese. Foto di Filippo Romano.

Presenze
I contenuti e i temi di ciascuna sala sono raccontati "di persona" dai grandi studiosi di Palladio, che all'arrivo dei visitatori appaiono proiettati sulle pareti del palazzo come "geni" di una moderna lampada di Aladino. Sono James Ackerman, Franco Barbieri, Donata Battilotti, Guido Beltramini, Howard Burns, Edoardo Demo, Antonio Foscari, Deborah Howard, Gülru Necipoglu, Damiana Paternò, Mario Piana, Vitale Zanchettin.

La Palladio Library
Cuore informativo del Palladio Museum è la Palladio Library, una banca dati informatizzata che riunisce e collega fra loro tutti i materiali accumulati in anni di ricerche dal Centro palladiano e indispensabili alla conoscenza e valorizzazione dell’opera di Andrea Palladio: i suoi disegni, la più grande fototeca esistente delle sue architetture, i rilievi frutto di oltre cinquant’anni di campagne di misurazione dei suoi edifici, i suoi libri, una serie di multimedia e modelli virtuali, organizzati su un geodatabase. Questa massa di informazioni è accessibile da più aree del Palladio Museum ed è frutto di uno specifico progetto di ricerca coordinato da Guido Beltramini e Marco Gaiani, e realizzato grazie al contributo di Arcus spa.

Grazie a chi
Il Palladio Museum è realizzato grazie a Regione del Veneto, Fondazione Cariverona, Arcus spa, Dainese.

Regione del Veneto Fondazione Cariverona ARCUS Dainese
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