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Carlo Scarpa nella fotografia
racconti di architetture (1950-2004)
Vicenza, palazzo Barbarano. 24 settembre 2004 - 9 gennaio 2005

 

Note sull’esposizione a palazzo Barbaran da Porto
di Ilaria Abbondandolo

Questo volume esce in occasione della mostra CARLO SCARPA NELLA FOTOGRAFIA. Racconti di architetture (1950-2004) di cui accoglie la totalità delle fotografie esposte. Il cuore della mostra è infatti costituito dalla sezione «Sguardi d’autore: da Ferruccio Leiss a Guido Guidi», con scatti di ventisette fotografi italiani e stranieri che dal 1950 a oggi si sono confrontati con le realizzazioni di Carlo Scarpa. Intorno ad essa, si affiancano tre ulteriori sezioni, corrispondenti ad altrettanti diversi punti di vista: «L’occhio di Carlo Scarpa», «Scarpa 2004: la nuova campagna fotografica sistematica», «"spazio, tempo e luce": lo sguardo di Arno Hammacher». L’allestimento è firmato da Umberto Riva, uno tra gli interpreti più sensibili dell’eredità di Carlo Scarpa.

L’occhio dell’architetto è testimoniato da sedici disegni autografi, provenienti in parte dal Museo di Castelvecchio e in parte dal Fondo Carlo Scarpa della Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporane e dal singolare volume Memoriæ causa. I fogli, selezionati dal ricchissimo corpus grafico del maestro veneziano, restituiscono i modi in cui Scarpa prefigurava l’immagine dell’architettura che andava componendo sulla carta. Umberto Riva ha scelto di riunire i disegni in uno spazio a sé stante, più intimo ma al contempo “immerso” nella sala dedicata all’esposizione fotografica, così da permettere al visitatore di confrontare gli spazi ideati da Scarpa e quelli interpretati dai fotografi, in un intreccio inedito ed estremamente significativo.

La mostra documenta inoltre gli esiti della prima fase della nuova campagna fotografica del 2004, che ha coinvolto i fotografi Vaclav Sedy e Gianantonio Battistella in un censimento sistematico delle realizzazioni scarpiane esistenti. Si è preferito non presentare il lavoro con stampe fotografiche, ma sottolineare la sua natura in progress mostrando le circa 500 diapositive a colori montate su una sorta di enorme visore, una doppia parete retroilluminata che ne offre una visione d’insieme. Si tratta di riprese di opere talvolta poco note (come le case veneziane Bellotto e Pelizzari o la sala consiliare dell’Amministrazione provinciale di Parma) e saranno oggetto di una futura iniziativa che, con la presentazione a stampa dei soggetti, ne consentirà la piena leggibilità.

Chiude il percorso espositivo la riedizione della multivisione con sonoro "spazio, tempo e luce" realizzata a Castelvecchio dal progettista-fotografo olandese Arno Hammacher. Commissionato da Licisco Magagnato e frutto di oltre un anno di riprese fra 1981 e 1982, il lavoro di Hammacher intesseva un dialogo fra l’opera costruita, la luce e i disegni di Scarpa. In occasione di questa mostra la multivisione è stata trascritta integralmente in formato digitale, a cura dello stesso autore, da Film Work Comunication Company.

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