en

Carlo Scarpa nella fotografia
racconti di architetture (1950-2004)
Vicenza, palazzo Barbarano. 24 settembre 2004 - 9 gennaio 2005

 

La Fototeca Carlo Scarpa
di Angelo Tabaro

È ormai dato acquisito il riconoscimento di Carlo Scarpa come un interprete di prima grandezza dell'architettura e delle arti del secolo appena trascorso. La nascita a Venezia, l'infanzia vicentina e il ritorno adolescente nella città natale dopo la morte della madre, gli anni passati ad Asolo e infine l'ultimo decennio vissuto a Vicenza delineano il profilo genuinamente veneto di un architetto la cui opera ha tuttavia oltrepassato i confini nazionali fin dai suoi esordi. Il profondo legame tra Scarpa e la sua terra d'origine, unito alla sapiente capacità dell'architetto di selezionare committenti e occasioni progettuali, ha determinato il sorgere della maggior parte dell'opera all'interno dei confini del Veneto. Le città di Venezia, Verona, Vicenza, Treviso e Padova sono solo alcuni dei contesti che fanno da sfondo alla particolare identità di oltre un centinaio di realizzazioni scarpiane.

La conoscenza e valorizzazione dell'opera di Carlo Scarpa si pone dunque all'interno delle linee portanti della politica culturale della Regione del Veneto, come elemento chiave della politica di conoscenza, e valorizzazione del patrimonio architettonico di eccellenza. Non c'è dubbio infatti che, con Andrea Palladio - nonostante i secoli e le indubbie specificità che li caratterizzano – Carlo Scarpa ha saputo cogliere meglio di chiunque altro architetto veneto la natura intima del nostro territorio, e tradurla in forme di fatto universali, che hanno influenzato le architetture di altri paesi.

In considerazione del ruolo centrale della figura di Carlo Scarpa nella cultura veneta, e non solo architettonica il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Regione del Veneto hanno costituito nel 2001 un Comitato paritetico per la conoscenza e valorizzazione del patrimonio legato a Carlo Scarpa finalizzato alla conoscenza, conservazione e valorizzazione dell'opera dell'architetto veneto e del suo archivio di oltre 15.000 disegni autografi di Scarpa recentemente acquistati dallo Stato italiano.

In particolare la Regione Veneto con l'art. 41 della Legge Finanziaria regionale 2002 ha destinato risorse importanti per un insieme integrato di iniziative elaborato dal Comitato paritetico.Sono infatti stati finanziati le indagini conoscitive e il restauro di un gruppo di edifici di Scarpa, fra i quali il Museo di Castelvecchio di Verona, la Querini Stampalia a Venezia, la Gipsoteca Canoviana di Possagno, casa Gallo a Vicenza. Al tempo stesso è stata avviata la digitalizzazione di tutti i disegni di proprietà del Museo di Castelvecchio, di quelli recentemente acquistati dalla Regione e riferiti al lavoro degli artigiani che lavorarono per Carlo Scarpa e di parte del fondo archivistico acquistato dallo Stato, nonché parallelamente c'è stato l'avvio di un censimento fotografico sistematico dell'opera di Carlo Scarpa; di queste documentazioni parte sarà resa disponibile su Web. Sono state realizzate una serie di iniziative espositive in Italia e all'estero. E' stato avviato un corso di alta formazione sull'opera di Scarpa destinato a giovani studiosi e architetti europei, giunto alla quarta edizione, ed una collana editoriale destinata a raccogliere contributi scientifici e di ricerca.

La mostra “Carlo Scarpa nella fotografia” e il suo catalogo sono la prima occasione di valorizzazione di un ulteriore elemento della strategia complessiva: a costituzione di una “ Fototeca Carlo Scarpa”. La Regione Veneto ha infatti affidato al Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza il compito di acquisire, schedare e rendere disponibili immagini fotografiche e video relativi all'opera di Carlo Scarpa. Si tratta di un patrimonio straordinario, frutto di oltre cinquant'anni di riprese di alcuni fra i più grandi fotografi italiani, da Paolo Monti a Fulvio Roiter, da Italo Zannier a Gianni Berengo Gardin, per indicare i maestri che ebbero un contatto diretto con Scarpa. Accanto questa ricca raccolta di immagini storiche, si è contemporaneamente avviato un censimento sistematico di tutta l'opera costruita di Scarpa: oltre cento realizzazioni, documentate da una nuova campagna curata scientificamente da Italo Zannier, e realizzata dai due fotografi Vaclav Sedy e Giannatonio Battistella.

La Fototeca Carlo Scarpa diviene quindi uno degli strumenti per organizzazione dei diversi materiali indispensabili alla ricerca, alla conservazione e alla valorizzazione dell'opera di Carlo Scarpa, insieme al corpus grafico autografo, alla documentazione d'archivio, ai risultati di campagne di rilievo e di studio dei materiali. Essa punta a raccogliere documentazione iconografica sui processi costruttivi, sulle condizioni originarie, sulle trasformazioni nel tempo e sullo stato di fatto del patrimonio scarpiano e potrà quindi costituire uno strumento importante sia per chi è preposto alle azioni di tutela del patrimonio, sia per quanti sono interessati allo studio e alla valorizzazione dell'opera di Carlo Scarpa. Al tempo stesso - e questa mostra ne è la prova - costituisce un patrimonio fotografico di straordinaria qualità di per sé, oggetto di studi specifici e di iniziative di valorizzazione.

Il progetto di Fototeca si articola, a partire dalla definizione progressiva del catalogo completo dell'opera di Carlo Scarpa, secondo tre campi di indagine da svilupparsi in parallelo:

- individuazione e acquisizione delle immagini fotografiche già esistenti, pubblicate o inedite.

- realizzazione di una nuova campagna fotografica sistematica

- realizzazione di una raccolta sistematica di videointerviste a soggetti coinvolti a vario titolo nei progetti scarpiani

Per quanto riguarda il primo ambito, il progetto di acquisizione di materiale fotografico già esistente per la costituenda Fototeca Carlo Scarpa ha avuto avvio con l'individuazione di fondi archivistici significativi, articolati in tre categorie distinguibili come Testimoni, Professionisti e Istituzioni . La prima categoria riguarda gli archivi fotografici amatoriali e si attua ricercando tra coloro che hanno lavorato o vissuto a contatto più o meno diretto con l'architetto: collaboratori a vario titolo (artisti, architetti, colleghi), gli esecutori (artigiani), i committenti, gli studenti universitari e dell'accademia, i fotografi amatoriali e occasionali, le persone di fiducia o di famiglia che furono a stretto contatto nella professione e nella vita con Carlo Scarpa. Il materiale in loro possesso, assai eterogeneo, spesso è una fonte preziosa per documentare le fasi costruttive dei cantieri scarpiani.

Per quanto riguarda la nuova campagna fotografica sistematica, va considerato che l'opera di Carlo Scarpa, per quanto frequentemente fotografata, è stata più spesso "musa" dei fotografi che oggetto di documentazione scientifica, i fotografi si sono soffermati con attenzione su alcune opere chiave (Castelvecchio, Tomba Brion ...), trascurandone altre. Obiettivo di questo modulo è quindi quello di attuare una ricognizione sistematica sulla consistenza e sullo stato di conservazione dell'opera intera di Carlo Scarpa all'inizio del nuovo secolo, e di effettuarne una sistematica documentazione fotografica, avendo l'attenzione che nessuna opera esistente possa essere esclusa: una sorta di censimento dello stato dell'opera di Carlo Scarpa ad un secolo dalla nascita del progettista. Ciò comporta una duplice complessità: da un lato logistica, legata alla distribuzione delle sue opere in più province venete, friulane, emiliane e toscane, con episodi a Roma, Palermo e Zurigo, dall'altro concettuale, dovuta alla necessità di documentare sistematicamente opere architettoniche particolarmente articolate, definendo protocolli di ripresa e di descrizione dell'opera, sempre mirati a fornire un approccio unitario. In ciò si sta rivelando straordinariamente generoso Italo Zannier, che ha accettato l'incarico di guidare il comitato scientifico del progetto.

A più di un quarto di secolo dalla scomparsa di Carlo Scarpa si sta rendendo sempre più urgente acquisire le preziose testimonianze di chi con Caro Scarpa ha lavorato, collaborato o condiviso in modi diversi la vita. Questa necessità, nel caso dei leggendari artigiani esecutori delle lavorazioni per Scarpa (dai veneziani Anfodillo e Zanon ai vicentini Morseletto e Contin) è particolarmente importante perché altrimenti andrebbero perdute informazioni sugli edifici, sulle loro trasformazioni nel tempo e sulle tecniche esecutive, base indispensabile di qualsiasi intervento consapevole di recupero degli edifici. E' nota infatti l'acribia con cui Scarpa piegava materiali e lavorazioni in funzione di particolari effetti, in stretto contatto con gli esecutori, e purtoppo in tempi recenti alcuni interventi manutentivi effettuati con lavorazioni inappropriate e/o banalizzanti hanno già comportato la perdita di qualità significative, e un sicuro impoverimento espressivo di alcune architetture. Al tempo stesso, le testimonianze di committenti e collaboratori dell'architetto sono spesso le uniche fonti in grado di documentare le richieste di base del cliente, i vincoli al progetto e alla realizzazione imposti da particolari normative, le difficoltà esecutive, le modalità e i tempi di realizzazione dell'opera, i costi ecc. Per questa ragione la Fototeca prevede una campagna sistematica di videointerviste ai soggetti di quattro tipologie: gli esecutori, i committenti (sia pubblici che istituzionali, compresi i curatori delle diverse mostre), i collaboratori (sia all'interno dell'Università che nella professione), e quelli che abbiamo definito interlocutori, protagonisti di diversi ambiti culturali con cui Scarpa entra in contatto, siano essi colleghi, critici, amici (o nemici). Le videointerviste saranno riversate su CD con indicizzazione, trascrizione e possibilità di ricerca testuale per parole chiave.

Va detto che tutto il materiale della Fototeca Carlo Scarpa viene inventariato secondo criteri archivistici compatibili con quelli in uso nelle principali fototeche nazionali e internazionali, con particolare cura per la conservazione dei materiali, fisici e digitali. Tutto il patrimonio iconografico, in parallelo con il processo di digitalizzazione, sarà reso progressivamente consultabile al pubblico on line, salvo eventuali limiti imposti dai proprietari originari; l'utente potrà comunque disporre liberamente di ciascuna immagine a bassa risoluzione.

Carlo Scarpa nasceva a Venezia nel 1906: a quasi un secolo di distanza è ancora viva e vitale la lezione di architetto veneto che costituisce, per il Novecento, un punto di riferimento sicuro e durevole per tutto ciò che concerne la progettazione, il ruolo e il mestiere dell'architetto e l'importanza dell'architettura per la società civile. La messa a punto di strumenti efficaci per lo studio, la valorizzazione e la conservazione della sua opera è qualcosa che come Regione sentiamo di dover offrire ai moltissimi architetti e studenti di architettura di ogni parte del mondo, i quali visitano i siti scarpiani come luoghi di riflessione sull' Architettura del XX secolo; ai responsabili pubblici e privati di opere realizzate da Carlo Scarpa, desiderosi di informazioni su cui basare interventi di manutenzione o restauro; alle Soprintendenze consapevoli della necessità di vincolare le opere scarpiane, e più in generale al patrimonio, unico e inimitabile, della nostra nazione.

^