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La rivista del Centro

Annali di Architettura 12/2000

Richard Schoefield and Grazioso Sironi
Bramante and the prolem of Santa Maria presso San Satiro
pp. 17‐58.

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Gli autori presentano nuovi documenti e ricostruzioni relativi alla storia primitiva della chiesa, della quale viene esaminata la struttura nel tentativo di stabilirne la forma iniziale. Se ne conclude che la forma prevista dall’inizio probabilmente era una struttura identica agli attuali transetti con cupola, ma che il blocco sottostante il tiburio ha subito mutamenti importanti, in particolare a causa del rinforzo dei pilastri angolari dopo un cambiamento nella forma della cupola. Sembra molto improbabile che l’architetto originale, forse Bramante, avesse avuto in mente una struttura isolata come la cappella Portinari o di pianta centralizzata. Più verosimilmente, egli ha progettato una struttura come quella della cappella Pazzi o l’atrio di Sant’Andrea a Mantova. Nuovi documenti indicano la presenza in cantiere di Giovanni e Gabriele Battagio con Bramante e Agostino Fonduli. Probabilmente i Battagio hanno realizzato la decorazione in legno a stucco dei cassettoni della cupola principale e il finto coro. Nel saggio vengono presi in esame anche problemi di stile e di esecuzione, soprattutto in relazione all’influenza predominante di Alberti sul disegno della chiesa e ai rapporti con Francesco di Giorgio e Brunelleschi. Tuttavia, la difficoltà maggiore è rappresentata dal fatto che Bramante sembra aver lavorato come architetto-designer, non come capomastro, con altri scultori/architetti, i contributi dei quali vengono pure discussi ampiamente. Il dubbio di fondo rimane questo: Bramante ha disegnato la chiesa in tutti i dettagli, o invece ha lasciato spazi liberi nei suoi disegni da riempire con elementi non solo eseguiti ma anche disegnati dagli altri maestri? Non ci sarebbe nulla di strano, poiché è molto probabile che alcuni membri di questa équipe avessero già lavorato insieme a Palazzo Trivulzio nei tardi anni ’70.

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