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La rivista del Centro

Annali di Architettura 15/2003

Lionello Puppi
La solitudine di Vincenzo Scamozzi, nostro contemporaneo
pp. 183‐194.

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La decifrazione di un intrigante dipinto di Francesco Zuccarelli, del quale esistono due versioni identiche e che è stato finora mal interpretato, è pretesto di una riflessione su alcuni aspetti della figura di Vincenzo Scamozzi, che si svolge nei modi di ipotesi interpretative distinte ma necessariamente connesse. Si passa, così, dal difficile rapporto personale intrattenuto dal Vicentino con Inigo Jones all’influenza che, sul piano teorico e, in particolare, sull’autocoscienza della dignità intellettuale e sociale della professione dell’architettura, il primo ebbe a esercitare sul secondo; e vengono quindi impostati i lineamenti di un’indagine, che ancora attende di essere avviata, sulle frequentazioni scamozziane dell’universo culturale padovano ruotante intorno al Pinelli e animato dal confronto a distanza, nella consapevolezza della “perdita del centro”, derivata dalla rivoluzione copernicana, tra Galilei e Keplero. Viene, infine, considerato il prezzo pagato, sul piano esistenziale, dal rigore e dall’intransigenza della scelta scamozziana di un’integrale e missionaria professione intellettuale.

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