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La rivista del Centro

Annali di Architettura 16/2004

Louis Cellauro
Les textes concernant la correction optique dans les traités d’architecture de la Renaissance
pp. 45‐56.

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Le origini della teoria della correzione ottica presso gli architetti del Rinascimento risalgono al De architectura di Vitruvio, l’unico trattato di architettura del mondo antico che sia giunto fino a noi. Le argomentazioni di Vitruvio e dei teorici del Rinascimento in favore di un aggiustamento delle proporzioni partivano dal principio che la visione delle dimensioni reali dei membri architettonici fosse tanto più distorta quanto più lontano o in posizioni elevate questi si trovavano in rapporto all’occhio dell’osservatore. Di conseguenza molti autori mettono in risalto nei loro trattati l’importanza della scienza ottica e dell’apprendimento della prospettiva per la formazione e per la cultura degli architetti. Dopo un’analisi della teoria della correzione ottica così come la prescrive Vitruvio, l’articolo sottolinea il peso che la questione ha nei trattati di architettura da Alberti a Scamozzi. Fatta eccezione per quest’ultimo e per El Greco, tutti gli autori del Rinascimento che ne hanno scritto hanno raccomandato lo studio della correzione ottica. Si tratta comunque di 202 un topos teorico di cui è difficile valutare l’applicazione concreta. È verosimile che le correzioni ottiche in architettura abbiano ricevuto fin qui scarsa attenzione a causa della loro esiguità nella composizione degli edifici rinascimentali. Solo un rilievo dettagliato sulle fabbriche può consentire uno studio minuzioso degli eventuali adattamenti dimensionali delle singole componenti architettoniche in funzione della distanza dall’occhio dell’osservatore.

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