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La rivista del Centro

Annali di Architettura 18-19/2007

Franco Barbieri
Vincenzo Scamozzi 2005: il punto
pp. 171‐186.

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Chiusa una lunga fase di immeritata incomprensione, oggi Vincenzo Scamozzi (1548-1616) ritrova finalmente il posto che gli spetta come protagonista nell’ambito dell’architettura veneta, e non solo, proprio nella delicata fase di passaggio tra Cinquecento e Seicento. Riabilitata la poderosa silloge teorica costituita dai sei libri della sua Idea della Architettura Universale (Venezia 1615) e ristudiati i suoi numerosi altri scritti, la mostra monografica del 2003-2004 (Vicenza, Museo Palladio, palazzo Barbaran da Porto) ne ha rivalutata la figura di studioso nonché la feconda carriera di progettista, sistemandone il regesto anche con nuove acquisizioni, e messo in luce importanti aspetti inediti, sicura anticipazione di sviluppi futuri. Tale risultato – cui validamente contribuisce lo specifico Convegno internazionale fiorentino del dicembre 2005 (Istituto Olandese di Storia dell’Arte) – postula una revisione del ruolo, troppo spes250 so misconosciuto, sostenuto da Vincenzo nella diffusione, specie nel mondo anglosassone, del linguaggio architettonico genericamente indicato come ‘palladiano’: e rende sempre più auspicabile una più precisa definizione del cosiddetto ‘palladianesimo’, divenuto ormai troppo spesso una sorta di onnivoro contenitore.

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