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La rivista del Centro

Annali di Architettura 21/2009

Francesco Benelli
“Variò tanto della comune usanza degli altri”: the function of the encased column and what Michelangelo made of it in the Palazzo dei Conservatori at the Campidoglio in Rome
pp. 65‐78.

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La colonna alveolata forma una categoria a parte fra la colonna libera e quella addossata e non è mai stata presa in considerazione dai trattati di architettura. Il saggio prende in esame un elenco di colonne alveolate impiegate dall’antichità fino a quelle utilizzate da Michelangelo nel portico del palazzo dei Conservatori in Campidoglio cercando di dimostrare che l’uso dell’alveo varia di volta in volta assumendo funzioni diverse, di carattere visivo, strutturale, compositivo, compreso quello più diffuso di accogliere colonne di spoglio allo scopo di mantenerle integre. Michelangelo fin dai progetti per la Sacrestia Nuova impiega colonne in nicchia ma nel portico capitolino introduce un significato nuovo: rappresentare la colonna nella fase in cui viene scolpita dalla parete di cava, cioè nel suo divenire. Il sistema alveo-colonna capitolino non deriva quindi da una citazione di sistemi antichi o contemporanei simili, ma dalla volontà di rappresentare l’elemento strutturale fondamentale dell’architettura classica nel momento della sua creazione, in modo simile alla cosiddetta “mezza figura” con la quale Michelangelo si era già cimentato nell’arte a lui più congeniale, la scultura. Michelangelo quindi continua a ragionare con la mentalità da scultore anche in incarichi di architettura.

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