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La rivista del Centro

Annali di Architettura 27/2015

Paola Placentino
L’Idea della Architettura Universale e i progetti per i procuratori di San Marco de supra
pp. 115‐120.

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Nel 1588 Vincenzo Scamozzi è impegnato a elaborare proposte per il completamento della Libreria Marciana al seguito di quei procuratori di San Marco de supra ancora fiduciosi di riuscire a realizzare un ampliamento della fabbrica. A partire dal 1596, nonostante l’approvazione ottenuta dal modello per le nuove Procuratie in senato, anche l’ultimo progetto scamozziano per la Piazza sarà progressivamente stravolto. Nel 1588 l’architetto vicentino ha già intrapreso i suoi studi su Vitruvio, tradotto e commentato da Daniele Barbaro (Venezia 1567), e negli anni Novanta del Cinquecento inizierà la stesura de L’Idea della Architettura Universale.
È in questo intervallo di anni che si collocano due documenti inediti presenti nel fondo dei procuratori di San Marco.
Il primo, oltre a permette la datazione del foglio Uffizi 193 A, consente di dare un contesto alla nota precisazione “fuori dal nostro consenso” inserita nel Libro Sesto del trattato (II, VI, p. 171) a proposito dello scontro tra i prospetti di Zecca e Libreria sul molo.
Il secondo documento consiste in una trascrizione “scamozziana” direttamente riferibile al primo libro de L’Idea della Architettura Universale. Il breve testo conferma l’influenza di Leon Battista Alberti sulla redazione del trattato (già evidenziata: Oechslin 1997; Collavo 2007), fornendo spunti di riflessione sulle circostanze e sulle modalità attuate da Scamozzi per costruire il futuro consenso dell’impresa editoriale da poco intrapresa.

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