Hubertus Günther
Vincenzo Scamozzi comments on the architectural treatise of Sebastiano Serlio
pp. 47‐60.

Oggetto del contributo sono le postille scritte da Vincenzo Scamozzi su un esemplare dell’edizione 1551 dei libri di Sebastiano Serlio, offerto sul mercato del libro antico nel 2011. L’articolo si apre con una panoramica sulla storia delle raccolte dei libri di Serlio, dato che già il padre di Scamozzi aveva iniziato a prepararne una nuova edizione e che lo stesso Vincenzo aveva curato quelle pubblicate dagli editori Francesco de’ Franceschi e Johann Krüger.
Avendo le postille un parallelo nelle annotazioni che Vincenzo aggiunse all’indice elaborato dal padre, esse vengono trattate insieme. Dopo aver indagato se le postille servissero a preparare la nuova edizione, l’autore si concentra sulle reazioni di Scamozzi ai pensieri di Serlio, chiedendosi se le postille stesse contribuiscano a rispondere alla domanda “che cosa dei libri di Serlio suscitava tanto interesse in Scamozzi da indurlo a farne un’edizione?”. Il saggio si concentra principalmente sugli ordini di colonne come tema centrale delle glosse. Il punto sta nel mostrare come un profondo contesto intellettuale risuoni in tali postille anche se a prima vista alcune di esse sembrano di poca rilevanza. Tale considerazione nasce dall’interrogativo “in che modo si voleva assolvere il compito, che Serlio indica essenziale, di distinguere fra buono e cattivo nell’architettura antica?”. La risposta porta su metodologie fondamentali della teoria architettonica del Rinascimento. Infine, è esaminata la straordinaria formazione dell’ordine Tuscanico proposta da Scamozzi e da Palladio che trova spiegazione nelle postille al Serlio. In definitiva, le postille possono contribuire a una maggiore comprensione della storia della scienza moderna.