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La rivista del Centro

Annali di Architettura 27/2015

Deborah Howard
Scamozzi’s Discorsi sopra l’Antichità di Roma (1581, sic) and their possible connection with the Barbaro family
pp. 80‐88.

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Questo articolo riesamina la produzione dei Discorsi sopra l’Antichità di Roma di Scamozzi che giocò un ruolo cruciale nel lancio della sua carriera d’architetto a Venezia. Scamozzi rientrò da Roma nel 1580, l’anno della morte di Palladio, e la pubblicazione contribuì ad affermare le sue credenziali come autorità riguardo al patrimonio della Roma antica. I Discorsi furono pubblicati per la prima volta nel 1581 (non nel 1582), seguiti da successive ristampe nel 1582 e 1583.
Scamozzi impostò il testo perché accompagnasse una precedente serie di vedute dell’antica Roma, edita per la prima volta da Giovanni Battista Pittoni nel 1561. Le scene di Pittoni, a loro volta, erano basate su incisioni antecedenti, opera di Hieronymus Cock del 1551, stampate a rovescio, ed entrambe le serie furono usate da Veronese come fonti per i paesaggi dei suoi affreschi nella villa Barbaro a Maser. Di stile pittoresco e ravvivate da figure, le incisioni non erano ideali per un discorso erudito, ma il volume fu evidentemente pubblicato con una certa fretta.
Riprendendo una precedente proposta secondo cui le incisioni di Pittoni furono verosimilmente introdotte dalla famiglia Barbaro (Venice Disputed, 2011), questo articolo ipotizza che Marcantonio Barbaro possa aver promosso la pubblicazione dei Discorsi, sebbene avesse dovuto farlo con discrezione a causa di uno scandalo pubblico che in quel momento vedeva coinvolto suo figlio Francesco.

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