Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio
Il Centro palladiano nasce nel secondo dopoguerra, sulla spinta dello spirito civile di rinascita dopo gli anni bui del conflitto mondiale, che tante ferite aveva inferto non solo agli uomini ma anche ai monumenti, distrutti o mutilati dai bombardamenti. ‘L'opera di ricostruzione - scrisse anni dopo il primo presidente del Centro, Gugliemo Cappelletti - poneva sul terreno problemi delicati (pensate al rifacimento della carena della Basilica palladiana, bruciata nel 1945) la cui soluzione aveva le premesse nei testi e nella critica palladiana’. L’idea di una realtà dedicata specificamente agli studi palladiani si formò per la prima volta in occasione del VI Convegno Nazionale degli Storici dell'Architettura a Vicenza nel 1949, su impulso di Fausto Franco e Giangiorgio Zorzi. Nel 1954 Renato Cevese, in sede Unesco, propose per primo l'istituzione di un centro internazionale di studi di architettura, come perno di una corona di istituti di cultura internazionali che trovassero sede nelle ville venete abbandonate, battendosi senza risparmio per la sua realizzazione.
Fu così che nacque il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, fondato a Vicenza nel 1958 per volontà degli Enti pubblici locali, riunendo alcuni dei più grandi studiosi dell'epoca, quali Anthony Blunt, André Chastel, Ludwig Heydenreich, Rodolfo Pallucchini, Rudolf Wittkower, Bruno Zevi accanto a personalità della cultura palladiana e veneta come Giuseppe Fiocco, Fausto Franco, Piero Gazzola, Roberto Pane, Antonino Rusconi, Gian Giorgio Zorzi e all'intellettuale vicentino Guido Piovene. L'obiettivo fu di creare un centro di ricerca sulla storia dell'architettura dove la comunità internazionale degli studiosi potesse riunirsi e lavorare insieme. Rodolfo Pallucchini, primo presidente del Consiglio scientifico dal 1958 al 1973, fu l'architetto dell'ossatura scientifica dell'Istituto, dei suoi strumenti di ricerca e dell'apertura internazionale. Renato Cevese, fra i sei firmatari dell'atto costitutivo nel 1958, fu sin dalla fondazione segretario del Consiglio scientifico e dal 1974 suo componente e direttore del Centro. Nei decenni successivi, con l'ingresso di studiosi come Wolfgang Lotz (secondo presidente del Consiglio scientifico dal 1973 al 1981), James Ackerman, Franco Barbieri, Arnaldo Bruschi (quarto presidente dal 1990 al 1993), Licisco Magagnato, Christof Thoenes, Manfredo Tafuri, e soprattutto con la presidenza di André Chastel dal 1981 al 1989, al focus palladiano andò integrandosi l'intero Rinascimento, e progressivamente la storia dell'architettura di ogni tempo. Renato Cevese fu promotore di un intero settore di ricerca dedicato alla conoscenza e salvaguardia del patrimonio monumentale vicentino e veneto, con particolare attenzione alle ville, alle quali dedicò importanti e pionieristici studi e catalogazioni.
Oggi il Centro palladiano promuove ricerche, realizza mostre, pubblica libri, organizza corsi e seminari sull'architettura moderna come antica, purché grande architettura. Dal 2012 è stato istituito nel palladiano palazzo Barbarano il Palladio Museum, come interfaccia con cui il Centro comunica le proprie ricerche ad un pubblico vasto.
Dal 1958 ad oggi, oltre 7.000 giovani architetti e storici dell'arte e dell’architettura sono venuti a Vicenza da oltre 50 nazioni a frequentare quasi 150 fra corsi e seminari del Centro. I progetti di ricerca hanno portato alla pubblicazione di oltre 210 volumi dal 1960 al 2020 e alla realizzazione di 113 mostre dal 1960 in 56 città ospitanti per un totale di 26 nazioni.
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