37° seminario internazionale di storia dell’architettura
Filarete tra corti e cittàVicenza, Palladio Museum, 27-29 maggio 2026

Antonio Averlino, detto Filarete, è figura paradigmatica di un Rinascimento differente che recupera le tradizioni medievali e sottende una personale lettura dell’antico. Sebbene si firmi con orgoglio come fiorentino, si spinge ben oltre i confini della sua città e si confronta con tutti i centri focali dell’Italia medio-settentrionale. Interpreta una universalità artistica nella quale l’architettura è solo una parte – e non necessariamente la prima – come è piuttosto comune in quell’epoca e come dimostrano Brunelleschi, Francesco di Giorgio, Leonardo, Raffaello o Michelangelo.
Filarete sorge e tramonta sulla scena artistica senza che se ne conoscano la data di nascita né di morte. La biografia e il catalogo delle sue opere hanno bisogno di essere rivisti perché ancora basati su troppe supposizioni mentre il disprezzo che a distanza di un secolo Vasari esprime nei suoi confronti indica che l’opera di Filarete non rispose al consueto schema del rinnovamento fiorentino. Nulla sappiamo della sua formazione e attività precedente il cantiere della porta bronzea di San Pietro (dal 1433 circa) e ben poco è stato sinora ricostruito della sua permanenza a Roma, lunga e non necessariamente continua. Più tracce Filarete ha lasciato dei suoi spostamenti successivi: del suo peregrinare padano dopo aver lasciato l’Urbe attorno al 1447 e del suo approdo nel 1451 alla corte milanese di Francesco Sforza, dove si trattenne sino all’estate del 1465 per tornare a Firenze, ma coltivando il sogno di nuove partenze.
Diverso da Leon Battista Alberti per estrazione sociale, formazione e cultura, Filarete è stato a sua volta interprete consapevole, a metà Quattrocento, dei valori intellettuali di un’architettura fondata sulla geometria e su un rapporto particolare con l’antichità, e si è presentato come un architetto capace di porsi in diretto dialogo con il suo signore. La sua capacità di tessere più relazioni, artistiche e politiche, è singolare per un artefice del suo tempo che può essere considerato un artista di corte e merita di essere indagato storicamente.