John Soane e i ponti in legno svizzeriArchitettura e cultura tecnica da Palladio ai GrubenmannVicenza, palazzo Barbarano. 11 luglio - 3 novembre 2002
Presentazione
L'esposizione nasce da una collaborazione scientifica fra il Centro palladiano, l'Archivio del Moderno dell'Università della Svizzera Italiana e dal Sir John Soane's Museum di Londra, e vede l'adesione del Consolato Generale di Svizzera a Milano. L'allestimento è opera di Umberto Riva. La mostra è realizzata in collaborazione con IntesaBci e ha il sostegno dell'Ente Fiera di Vicenza. La mostra ripercorre un itinerario nel tempo e nello spazio, all'interno della storia e della cultura dei ponti in legno, raccontate dalle splendide immagini dell'architetto inglese John Soane (1753-1837). È un viaggio attraverso strutture affascinanti la cui costruzione, sin dall'Antichità, riveste significati simbolici oltre che funzionali. Ha inizio nell'anno 55 avanti Cristo sulle rive del Reno, davanti al leggendario ponte in legno costruito da Giulio Cesare durante la guerra di Gallia. Attraversa il Veneto con i ponti di Andrea Palladio (1508-1580) per raggiungere le valli alpine dove due geniali carpentieri svizzeri, i fratelli Johannes (1707-1771) e Hans-Ulrich Grubenmann (1709-1783), stupivano il mondo con arditi ponti in legno di lunghezza mai vista prima.Nel 1780, sulla via del ritorno dal Grand Tour, Soane vede con i propri occhi le audaci strutture dei Grubenmann, che ritrae attraverso schizzi e rilievi accurati. Risalendo a ritroso nella storia, Soane ritrova le origini dei ponti in legno nei bassorilievi della Colonna Traiana, nelle pagine del De Bello Gallico di Cesare e negli studi teorici di Andrea Palladio, il più grande architetto rinascimentale di ponti in legno, come quello di Bassano. Storia e tecnologia si intrecciano quindi in un itinerario mentale, affascinante oggi come allora.Le forme ardite e i segreti costruttivi dei ponti in legno svizzeri sono presentati in mostra dagli acquarelli in grande formato fatti realizzare da Soane (i famosi Lecture Diagrams), da modelli originali settecenteschi dei ponti dei Grubenmann, fra cui i due grandi modelli di oltre 5 metri. Accanto ad essi altri modelli illustrano l'attività di Palladio pontiere.
Una evidenza particolare (attraverso disegni inediti e modelli) è data ai tentativi di ricostruzione del ponte sul Reno descritto da Cesare nel De Bello Gallico, un vero rompicapo per tutti gli architetti a partire da Leon Battista Alberti fino a Soane, e di cui solamente Palladio offre una ricostruzione convincente: all'inizio di settembre, grazie al sostegno di Legnami Corà Domenico & Figli Spa, un team di storici e architetti tenterà la ricostruzione in dimensioni reali di una campata di questo ponte leggendario nel cortile di palazzo Barbaran da Porto, sulla base dei disegni e delle incisioni inediti presenti in mostra.L'esposizione si è inaugurata il 10 maggio a Mendrisio, a cura di Angelo Maggi e Nicola Navone, affiancati da Howard Burns e Guido Beltramini nell'edizione vicentina, integrata da una specifica sezione palladiana.Le successive sedi saranno l'Architekturmuseum di Basilea (novembre-dicembre 2002) e il Sir John Soane's Museum di Londra (gennaio-febbraio 2003). Il catalogo è co-edito dal Centro palladiano, dall'Archivio del Moderno e dal Museo Soane, in lingua italiana e inglese. Presenta, oltre ai saggi dei curatori, testi di Pierre Gros, Paola Lanaro, Rolando Bellini, Massimo Laffranchi e Fabio Minazzi.In parallelo alla mostra storica, il Centro palladiano, grazie al sostegno di Dainese Spa, ha chiesto all'ingegnere contemporaneo svizzero Jürg Conzett di presentare in una sala di palazzo Barbaran da Porto, con disegni e modelli, il suo straordinario ponte in legno sulla gola Traversina, nei Grigioni, in un cortocircuito fra passato e presente in cui risuona la tradizione svizzera dei Grubenmann.