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The magazine of the Centro

Annali di Architettura 4-5/1993

Gustina Scaglia
Drawings of Roman Antiquities in the Metropolitan Museum of Art and in the Album Houfe, Ampthill
pp. 9‐21.

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Non sappiamo come e dove gli artisti fossero educati alla copiatura di disegni realizzati da altri, malgrado le copie possano risultare più importanti di quanto non si ritenga generalmente. Artisti di cui conosciamo i nomi e altri anonimi – i cui ascritti, tuttavia, denotano caratteri individuali spiccati – nel periodo compreso tra il 1480 e il 1530 colmarono taccuini e quaderni con disegni, dal vero o copiati, di antichità romane e con personali creazioni fantastiche di templi antichi. Un confronto serrato tra esempi di entrambi i generi, al fine di distinguere l’originale dalle copie, dimostra in che modo i progetti si evolvessero e quante varianti artistiche potessero venire ideate. Osservando da vicino le testimonianze grafiche, possiamo affermare che i disegni dall’antico di Francesco di Giorgio vennero copiati da numerosi artisti senesi che, sulla loro base, elaborarono personali variazioni.

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