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The magazine of the Centro

Annali di Architettura 13/2001

Pierre Gros
La géométrie platonicienne de la notice vitruvienne sur l’homme parfait (De architectura, III, 1, 2-3)
pp. 15‐24.

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Il brano in questione viene contestualizzato all’interno del trattato e viene spiegata la sua presenza all’inizio dei libri sui templi. Si cerca inoltre di ritrovarne il significato reale, dietro il discorso esplicito e le sue difficoltà implicite. Molte sono infatti le interpretazioni testuali e grafiche nelle quali si è voluto, dal Cinquecento in poi, trarre da queste righe indizi per un orientamento antropomorfologico della teoria generale di Vitruvio. Si tratta evidentemente di un malinteso: attraverso un sistema proporzionale parzialmente ereditato da Policleto e una geometria ispirata dai poliedri regolari di Platone, l’autore latino vuole stabilire una parentela tra il gesto del costruttore e quello del demiurgo, per legittimare la scienza e la pratica architettoniche. Un esame del contesto culturale nel quale ha lavorato Vitruvio, e di diversi altri passaggi del De architectura permette di confermare gli scopi dell’autore e la coerenza della sua speculazione aritmo-filosofica. Si capisce anche come le letture cristiane di questo brano abbiano, già nell’alto Medioevo, suscitato un sovraccarico interpretativo, di tipo esoterico e numerologico.

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