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The magazine of the Centro

Annali di Architettura 26/2014

Dario Donetti
Bramante agli Uffizi. I disegni per San Pietro e la storiografia architettonica
pp. 107‐112.

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Fin dalla sua prima identificazione, avanzata nel 1868 da Heinrich von Geymüller, l’Uffizi 20 A è rimasto per la letteratura successiva un foglio “reliquia”, sul quale la storia maggiore dell’architettura ha prodotto pagine magistrali. È anzitutto la pianta della crociera di San Pietro, insieme con altre testimonianze grafiche, a documentare le fasi iniziali del cantiere vaticano, ricostruibile quasi esclusivamente attraverso i disegni e, in particolare, quelli degli Uffizi. Il primo nucleo della più precoce raccolta di fogli rinascimentali di architettura si origina infatti attorno ai “disegni di Bramante e di Giuliano da San Gallo che presentano la loro idea […] sulla gran fabbrica di San Pietro”. Così li descrisse nel 1798 il direttore della Galleria Tommaso Puccini, nel resoconto sul fondo cedutogli da S.roux d’Agincourt che – per il tramite del grande collezionista parigino Mariette – proveniva quasi integralmente dal Libro de’ disegni di Giorgio Vasari. Da subito la possibilità di accedere al corpus grafico bramantesco ha alimentato pubblicazioni innovatrici come la stessa Histoire de l’Art par les monumens (1823) e, successivamente, il grande sforzo di ricostruzione di Paul Letarouilly e del suo Le Vatican et la Basilique de Saint-Pierre de Rome (1878-1882). Il contributo più rivoluzionario per la loro comprensione resta comunque quello di Geymüller: l’analisi dei progetti per San Pietro proposta da Die ursprünglichen Entwürfe für Sanct Peter in Rom (1875-1880) è la prima dimostrazione di un nuovo modo di fare la storia, con pioneristiche tecniche di riproduzione fotografica e uno sguardo, finalmente, filologico. Grazie a questi fondatori della disciplina lo studio del disegno di architettura codifica i suoi distintivi tratti metodologici, accolti da una tradizione novecentesca che – con Dagobert Frey o Franz Wolff Metternich, sino alla generazione di Arnaldo Bruschi, Christoph Frommel e Christof Thoenes – ha potuto spendere attorno ai fogli di Bramante i migliori strumenti analitici del dibattito storiografico sul Rinascimento.

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