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The magazine of the Centro

Annali di Architettura 30/2018

Anna Rebecca Sartore
Il piano liberale di Thomas Hollis e i Quattro libri dell’architettura di Andrea Palladio nella biblioteca dell’università di Harvard:nuove acquisizioni sulla riedizione finanziata dal console Joseph Smith
pp. 81‐90.

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Nel gennaio 1764 un incendio distrugge la più ampia raccolta di libri presente nelle colonie nordamericane, all’epoca conservata a Harvard Hall, storico edificio del college di Harvard a Cambridge (MA). Prima dello scoppio della guerra d’Indipendenza e nel giro di pochi anni, il filantropo inglese Thomas Hollis (1720-1774) invia circa quattromila opere tra libri, pamphlet e opuscoli al fine di arginare la perdita subita e in virtù di un piano volto alla diffusione dei principi liberali inglesi. Tra queste opere vi era un piccolo nucleo di trattati di architettura in italiano, quasi tutte cinquecentine e degli autori più importanti: Vitruvio, Serlio, Vignola e Palladio. Nell’intenzione di Hollis questi libri avrebbero fornito ai giovani studenti americani, «the noblest of all men», le giuste nozioni di architettura, così da trarre ispirazione dall’antichità e dal Rinascimento italiano per costruire il nuovo mondo, in un periodo storico in cui i rapporti con la madrepatria andavano incrinandosi. A questo primo nucleo, nel luglio del 1768 si aggiunge una copia della riedizione dei Quattro libri di Palladio esemplata sull’editio princeps, la cui operazione editoriale era stata finanziata a Venezia dal console Joseph Smith e di cui, fino a oggi, non si conosceva la data di pubblicazione. Grazie a una nota manoscritta lasciata da Hollis nel foglio di guardia dell’esemplare harvardiano è ora possibile datarne la pubblicazione tra la fine del 1766 e i primi mesi del 1767.

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