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The magazine of the Centro

Annali di Architettura 32/2020

Pierre Gros
La Rome de César et du Haut Empire. Les grands travaux comme l’expression d’une puissance démiurgique: arrogance du pouvoir et limites techniques
pp. 7‐12.

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Partendo dalla famosa iscrizione di Didyma, che celebra la facoltà data agli ingegneri romani di modificare gli elementi naturali a favore delle popolazioni, questo articolo prende in esame alcuni esempi di grandi opere del periodo imperiale che rivendicavano fortemente il controllo sulla terra o sul tempo, ma che non fu possibile completare, o la cui efficacia fu subito messa in discussione, nonostante l’enormità dei mezzi impiegati: la deviazione del corso del Tevere sul Campo Marzio a Roma, il prosciugamento del lago Fucino, lo scavo del canale di Corinto e la meridiana di Augusto sullo stesso Campo Marzio. A tal proposito, l’autore esamina la questione dei limiti tecnici e delle incertezze politiche, la cui combinazione ha compromesso la realizzazione di progetti attraverso i quali le autorità pretendevano di affermare un potere quasi demiurgico.

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