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The magazine of the Centro

Annali di Architettura 32/2020

Giovanni Di Pasquale
La costruzione della Colonna Traiana, un’ipotesi
pp. 21‐32.

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Roma, 107 d.C.: terminata da poco la campagna di Dacia, comincia la costruzione del Foro di Traiano, il luogo nel quale celebrare l’imperatore che con le sue gesta ha conquistato questa regione, annettendola all’impero. Duecento miglia marine più a nord, i cavatori sono al lavoro per estrarre dalle Alpi Apuane, le montagne di marmo sopra Carrara, i blocchi che serviranno per la costruzione di un monumento unico e nuovo nel panorama dell’arte e dell’architettura del tempo, una colonna coclide istoriata dedicata a Traiano e a questa conquista. Inaugurata nel 113 d.C., è alta complessivamente quasi 40 metri e i 29 blocchi di marmo che compongono il monumento pesano circa 1050 tonnellate. Decorata con un fregio marmoreo che si avvolge attorno al fusto 23 volte per una lunghezza di circa 200 metri lineari, la Colonna Traiana è un’opera artistica e architettonica di complessità inaudita, che ben rappresenta i vertici raggiunti dalla civiltà romana nell’arte del costruire. Mentre il fregio decorativo è stato studiato tanto accuratamente da poterne identificare ogni singola scena, minore attenzione è stata rivolta alla costruzione di questo monumento. Questo articolo, che prende le mosse da ipotesi portate avanti in studi recenti, mette a fuoco alcune recenti ipotesi relative all’organizzazione del cantiere e ai mezzi meccanici che potrebbero essere stati adoperati per la sua realizzazione.

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