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The magazine of the Centro

Annali di Architettura 18-19/2007

Krista De Jonge
The “Villa” of Peter Ernst, Count of Mansfeld, at Clausen (Luxemburg). Dressing up in Antique Mode in the Low Countries in the Sixteenth Century
pp. 129‐142.

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Alla metà del XVI secolo, i committenti nobili nei Paesi Bassi utilizzavano antiche o pseudo-antiche spolia per rivestire ciò che era essenzialmente architettura moderna: un miscuglio di grande successo di quella architettura di pietra e mattoni divenuta popolare nelle corti nel 1500 circa e il repertorio dei Cinque Ordini, ormai largamente accettato nella pratica architettonica olandese grazie agli sforzi dell’editore Pieter Coecke van Aelst (dal 1539). Il carattere moderno di questa assimilazione fu chiaramente espresso da Vredeman de Vries nell’introduzione al suo trattato ARCHITECTURA del 1577. Per gli arbitri del gusto di alto lignaggio come Peter Ernst, conte di Mansfeld e Governatore del Lussemburgo, ciò tuttavia non era sufficiente a esprimere il loro status e le loro aspirazioni: la nuova “villa” suburbana di Mansfeld, costruita dal 1564 in avanti a Clausen (Lussemburgo), avrebbe avuto una grotta artificiale più archeologicamente corretta, un criptoportico e una corte con una fontana sommersa che dovevano servire come sfondo per la sua famosa collezione di epigrafi antiche e di frammenti statuari provenienti da Arlon e da Trier.

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