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Palladio 500 anni
Vicenza, palazzo Barbarano. 20 September 2008 - 6 January 2009

La carriera di un genio dell'architettura

La mostra vi accoglierà con un dipinto di Leandro Bassano dalla National Gallery of Art di Londra che mostra un cantiere veneto del Rinascimento in cui compare un giovane scalpellino intento a sbozzare un blocco di pietra: una immagine straordinariamente efficace degli inizi del giovane Andrea di Pietro. Accanto ad esso due meravigliosi bronzetti provenienti dall'Ashmolean Museum di Oxford e dal Fitzwilliam Museum di Cambridge, opera di Vincenzo Grandi, il padrino di battesimo di Palladio che certamente ha influito nella scelta del giovane Andrea di privilegiare la polvere di marmo al bianco della farina del mestiere paterno.

Da Padova ci sposteremo nella Vicenza di Giangiorgio Trissino e alle prime opere di Palladio, documentate da una serie di disegni autografi e dai ritratti dei committenti, come Iseppo Porto dipinto a figura intera con il proprio figlioletto Leonida in uno dei più bei ritratti di Paolo Veronese (in prestito dagli Uffizi). Una delle più importanti dimore urbane, palazzo Chiericati, sarà raccontata da una emozionante sequenza di quattro disegni, conservati al Royal Institute of British Architects di Londra e dal Worcester College di Oxford, riuniti per l'occasione al libro dei conti della fabbrica, tenuto personalmente dal committente Girolamo Chiericati (proveniente dai Musei Civici di Vicenza). Il mondo delle ville e delle loro splendide decorazioni ad affresco sarà evocato da uno inedito dipinto di Veronese ("Susanna e i vecchioni" dal Kunsthistorisches di Vienna) e dai grandi modelli lignei palladiani.

Venezia e i suoi edifici palladiani saranno "portati in mostra" da una serie di Canaletto (dalla Royal Collection di Windsor, dal Manchester Museum e dalla Galleria Nazionale di Parma) mentre un dipinto di Tintoretto dagli Uffizi restituisce il volto aggrottato del temibile Sansovino, il rivale di Palladio nella città lagunare.

Una sequenza di disegni autografi palladiani racconteranno anche gli "insuccessi" di Palladio: il progetto mai realizzato per un ponte di Rialto "alla romana" che sarà preferito a quello, più tradizionale, di Antonio da Ponte; una serie di case di edilizia "minore" a Venezia (dal RIBA di Londra) e la splendida proposta di un palazzo Ducale "palladianizzato" con timpani e colonne che Andrea propone - senza successo - dopo il terribile incendio del 1577 (dalle Devonshire Collections di Chatsworth).

Una preziosa pianeta con un tessuto di manifattura ottomana, acquistato in Turchia da Marcantonio Barbaro, ambasciatore veneziano presso la Sublime Porta, e ricamato con le armi di famiglia per essere donato alla chiesa di Cividale, è in mostra come segno tangibile dei costanti scambi fra Venezia e l'Oriente che consentirono agli architetti turchi di conoscere l'opera di Palladio (che per Marcantonio aveva costruito la villa di Maser) e viceversa.

Chiude la sezione un ritorno a Vicenza: il grande disegno autografo per il Teatro Olimpico, l'ultima opera dell'architetto, riunito per la prima volta accanto agli studi dei teatri antichi che ne costituiscono la fonte ispiratrice (dal RIBA di Londra, dalla Westminster College Library di Londra e dalla Biblioteca Civica di Verona).

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